ABHYASA E VAIRAGHYA DUE PAROLE CHIAVE dello yoga

COS’E’ DIVENTATO LO YOGA OGGI? 

Nella società moderna di oggi l’idea che si ha dello yoga è quanto di più lontano ci sia dal suo vero significato originale. Molti “insegnanti” lo propongono come rimedio per il mal di schiena o per combattere lo stress non spiegando che questi sono solo risultati secondari rispetto al vero intento, ossia il percorso spirituale dell’anima: quel ritorno al divino, ad uno stato di unione e comprensione del Tutto che libera dal ciclo delle reincarnazioni.

Spesso nelle pratiche vengono tralasciati tutti gli insegnamenti e le regole che aiutano il praticante a portare nella vita di tutti i giorni l’essenza dello yoga. 

Oggi voglio spiegarti due concetti fondamentali che sono diventati i pilastri di tutto ciò che faccio: abhyasa e vairaghya.


IL SIGNIFICATO DI ABHYASA E VAIRAGHYA

Questi due concetti chiave li possiamo definire come i pilastri della pratica e di qualsiasi altra cosa che iniziamo e che vogliamo imparare.

Abhyasa, secondo Patañjali, è lo sforzo di essere fermamente fondati in “quello” stato (riferendosi allo stato di soppressione delle modificazioni della mente). Sembra tutto difficile ma adesso ti spiego meglio! Abhyasa fa riferimento alla pratica, al bisogno di fare uno sforzo. Quante volte vorremmo raggiungere un obiettivo ma non siamo disposti a impegnarci? È tramite la pratica, e non mi riferisco solo allo yoga, che possiamo progredire. Ora pensa a tutte le cose che vuoi raggiungere nella vita… stai seguendo il principio di Abhyasa? 

Vairagya, nel libro di Patañjali, viene spiegato come la consapevolezza della padronanza perfetta dei desideri nel caso di chi abbia cessato di anelare agli oggetti, visibili o non visibili.

Anche questa volta facciamo chiarezza! Questo concetto fa riferimento alla potenza del desiderio sfrenato di raggiungere lo stato di “non pensiero” per quanto riguarda lo yoga e che in realtà allontana dall’obiettivo stesso. Potete traslare questo significato in qualsiasi cosa nella vita di tutti i giorni e quindi possiamo vedere Vairaghya come il non attaccamento al risultato finale. Sembra difficile pensare di non avere attaccamento al risultato che vogliamo ottenere, d’altronde ci dicono ovunque che se vuoi puoi! 


COME PORTARE ABHYASA E VAIRAGHYA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI.

Dovete pensare a questi concetti come insegnamenti nati nel complicato contesto yoga molti secoli fa, per cui il loro significato fa riferimento alla pratica dello yoga. Ma io adoro imparare e portare tutto nella quotidianità, nelle cose che facciamo tutti i giorni!

Abhyasa e Vairaghya ti invitano all’azione, alla pratica costante giornaliera ( qualunque essa sia, dallo yoga, ad imparare una lingua nuova ecc.), mantenuta nel tempo, senza attaccamento al risultato finale. Questo non significa non avere obiettivi e non cercare di raggiungerli ma pensaci un attimo…. Quando tutta la tua soddisfazione dipende dal risultato di qualcosa stai delegando la tua felicità su ciò che non sempre puoi avere il controllo. Noi possiamo fare del nostro meglio con le capacità che abbiamo, ma ci sarà sempre una variabile nel risultato finale. Godersi il processo e il viaggio, farlo nei migliori dei modi e poi rimanere aperti ed accoglienti al risultato, è molto più gratificante e ci aiuta a vivere meglio. Un po' tutti i giorni è meglio che tanto una volta sola, lo ripeterò sempre! 

Ci vuole il giusto sforzo, devi essere disposta a fare qualcosa e, se necessario, a rinunciare a qualcosa, tutti i giorni perché il tuo compito è quello. Osserva e vai verso il tuo obiettivo ma senza attaccamento del risultato, a volte la vita è più fantasiosa di noi e non sempre quello che vogliamo, è quello che ci fa meglio!

Innamorarsi del processo significa amare la nostra vita tutti i giorni mentre percorriamo la strada che ci auguriamo ci porti dove vogliamo, amare quello che facciamo oltre al risultato, godersi la vita, godervi il viaggio!


Namastè!


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LEGGE DELL’ATTRAZIONE: IMPARA AD AMARE CIO’ CHE FAI